Bussero
CASA FAMIGLIA PER ANZIANI
L’ANIMAZIONE PER FAR VIVERE BENE CHI VIVE A LUNGO
Nel libro di uno tra i fondatori di SODALITAS, M. Restelli, intitolato “Il mondo nella mia stanza” (L’Autore Libri Firenze) dove
vengono raccontate le sensazioni, i desideri, le paure di un’anziana signora ricoverata in una casa di riposo, Livia, una delle
protagoniste, alla proposta di animare i lunghi pomeriggi di inattività degli ospiti, reagisce con incredulità e preoccupazione:
“Mi sembrava impossibile conciliare tra loro le parole animazione e vecchiaia. Conoscevo un solo significato del termine animazione
e lo associavo all’idea di vacanze, feste, allegria, giovinezza. Non sapevo proprio da che parte incominciare. Non mi era
stato chiesto di sedere dietro a una scrivania, ma di inventarmi un’attività che cancellasse la tristezza e la malinconia… Mi sono
addentrata in quel mondo sconosciuto e l’ho esplorato giorno dopo giorno, storia dopo storia.”
Andrea, che opera come animatore nella Casa Famiglia di Bussero, in un articolo del giornalino “Casa Sorrisi e Notizie” del
dicembre 2012 così definisce l’animazione: “Animazione e animatore, due termini utilizzati nei modi più disparati.
I più associano il termine animatore ai personaggi che hanno il compito di proporre attività ludico - ricreative nei villaggi
turistici, che non hanno però niente a che fare con gli animatori delle nostre Case.
Animare in una Casa per Anziani significa “dare senso”, creare un percorso per elaborare un progetto intorno alla persona. Dalla
conoscenza approfondita dell’anziano e attraverso l’analisi delle aspettative e delle facoltà residue, si arriva all’elaborazione di
un progetto individualizzato. Solo in questo modo il momento dell’animazione non è soltanto un tempo rubato al niente altro,
ma un momento per vivere attivamente la giornata e trasformare il tempo in una occasione di partecipazione, integrazione e
valorizzazione di se stessi.”